Startup Tales | Blue Eco Line, la startup che salva i fiumi dalla plastica e combatte l'inquinamento marino

18 Ottobre 2024
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Fondata a Firenze nel 2018, la startup innovativa ha sviluppato due tecnologie per monitorare il flusso di rifiuti plastici nei corsi d’acqua e trasportarli automaticamente nei cassoni carrabili.

Foto del sensore River Eye che monitora lo stato del fiume Foto del sensore River Eye che monitora lo stato del fiume

Blue Eco Line contro l'inquinamento da plastica dei mari: le soluzioni River Cleaner e River Eye

Il 97% dell’acqua presente sulla Terra è si trova negli oceani, “culle” della biodiversità ed essenziali per la regolazione climatica poiché assorbono quasi il 40% della CO2 emessa annualmente a livello globale dalle attività antropiche, oltre a fornire la metà dell’ossigeno fondamentale per la vita sulla Terra. Ciò nonostante, l’inquinamento da plastica delle acque marine nel 2018 è stato inserito dall’UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite) tra le prime sei gravi emergenze ambientali da affrontare partendo da un dato: l’80% dei rifiuti plastici proviene dalla terraferma ed è trasportato nei mari prevalentemente dai corsi fluviali.

Partendo da questo presupposto, la startup fiorentina Blu Eco Line ha sviluppato due tecnologie innovative complementari per intercettare la plastica “alla fonte” sfruttando Intelligenza Artificiale, computer vision, Big Data e IoT con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente. La prima, ribattezzata River Cleaner, ‘blocca’ automaticamente i rifiuti nei corsi d’acqua, per poi portarli nei cassoni carrabili grazie a dei nastri trasportatori. La seconda, denominata River Eye, è un sistema di monitoraggio costante che, fungendo da “occhio”, consente di ottenere un’ingente mole di dati sui flussi di plastica nei corsi d’acqua.

Blue Eco Line: dall'idea di business sostenibile alla fondazione della startup

La business idea sostenibile che ha portato allo sviluppo delle predette tecnologie e alla fondazione di Blue Eco Line nel dicembre 2018 a Firenze è quindi frutto di un lungo lavoro di analisi condotto da Lorenzo Lubrano Lavandera - ingegnere meccanico con specializzazione in elettrica e automazione nonché CEO della startup -, Camilla Cantiani - Tecnico informatico e Information System Manager della giovane realtà toscana - e da Michael Mugnai - specializzato in meccanica e robotica - che attualmente sta concludendo un PhD in robotica percettiva presso l’Università Sant’Anna di Pisa.

I tre giovani, ai tempi tutti under 30, si sono conosciuti durante i rispettivi percorsi accademici all’Università di Firenze e, interrogandosi su cosa potessero fare per unire una soluzione ingegneristica ad una ambientale, hanno ideato un prototipo di River Cleaner con l’obiettivo di rendere trasparente il processo di pulizia dei corsi d’acqua.

Sviluppo del prototipo di River Cleanere avvio del progetto

Sviluppato il prototipo, i tre hanno quindi co-fondato la startup innovativa Blue Eco Line brevettando la soluzione sviluppata. Il primo risultato rilevante, ricorda Lubrano, “è stato entrare nel 2019 in Hubble, programma di accelerazione di Nana Bianca realizzato in collaborazione con Fondazione CR Firenze e Fondazione Per La Ricerca e L'Innovazione dell’Università degli Studi di Firenze”. “Abbiamo anche avuto un primo cliente che ci ha consentito di proseguire nello sviluppo della nostra idea - aggiunge il CEO di Blue Eco Line -, e al contempo abbiamo iniziato ad interfacciarci con le Pubbliche Amministrazioni come Comuni e Consorzi di bonifica che rappresentano il target per questi progetti”.

I primi riscontri positivi hanno portato la startup ad avviare lo sviluppo del progetto, con la pandemia a rendere tutto più complesso in quanto le PA avevano altre priorità. “In questa fase - spiega Lubrano - non siamo comunque rimasti fermi e abbiamo intensificato le attività di R&D, rendendoci conto di come il nostro obiettivo fosse lavorare allo sviluppo di un impianto automatizzato che tramite videocamere, AI e computer vision, consentisse di attivare i nastri trasportatori per estrarre i rifiuti, plastici e non, che vengono poi separati dai centri di selezione”.

Centralina di Blue Eco Line Centralina di Blue Eco Line

La crescita di Blue Eco Line e la vittoria all’Oceathon

Sempre nel 2020 Blue Eco Line ha partecipato e vinto il primo Oceathon, hackathon italiano dedicato alla tutela del mare organizzato dall’Unesco e dalla Fondazione CMCC con il supporto di Hack for Italy e dalla società attiva nella produzione di energie rinnovabili E.ON che, oltre a sostenere il progetto economicamente, ha messo a disposizione di Blue Eco Line un team di esperti per lavorare alla realizzazione dell’idea e alla successiva immissione sul mercato.  

“Un’ottima occasione sia per validare il progetto sia per capire come fosse recepito il prodotto - sottolinea il CEO della giovane realtà toscana -, alla quale ci siamo presentati con una squadra di tre persone interne al team lasciando volutamente aperte altre posizioni in modo da conoscere nuovi ragazzi interessati alla nostra idea. Una scelta che ci ha consentito di ampliare il team di Blue Eco Line rapidamente con molteplici competenze interdisciplinari”.

 

Monitoraggio ambientale e rilevamento della quantità di plastica nei fiumi

Avviato lo sviluppo di River Cleaner, tuttavia, “ci siamo trovati in una situazione nella quale era necessario capire dove posizionare gli impianti, comprendendo che per farlo in modo efficiente dovevamo essere ‘guidati’ da dati che però non esistevano”, evidenzia Lubrano.

 Infatti, la rilevazione della quantità di plastica presenti nei corsi fluviali a livello europeo è iniziata con la predisposizione del protocollo RIMMEL da parte dell’UE nel 2016. Rilevazioni affidate a operatori umani che effettuavano un censimento visivo a campione su alcuni fiumi, a cui seguiva l’interpolazione dei dati per determinare il flusso di oggetti flottanti trasportati. “Da un lato questa tipologia di rilevazioni è poco affidabile in quanto estemporanea; dall’altro crea un gap per quanto concerne l’armonizzazione e la comparazione dei dati poiché frutto di osservazioni visive effettuate dai singoli operatori”, spiega il CEO di Blue Eco Line. 

“La nostra volontà - prosegue Lubrano - consisteva nel realizzare una soluzione distribuibile su larga scala e confrontabile. Un sistema ‘fisso’ dal quale ottenere dati certi sul trasporto plastico nei corsi d’acqua, che varia particolarmente a seconda delle giornate”. Pertanto, nel 2021 la startup toscana ha deciso di utilizzare la tecnologia su cui si basano gli impianti di raccolta dei rifiuti plastici per sviluppare un sistema di monitoraggio costante. “Abbiamo percorso anche questa strada per due motivi: interloquire con le PA presentando dati trasparenti e, contestualmente, colmarne l’assenza per comprendere le ‘dimensioni’ del problema”, precisa il CEO di Blue Eco Line.

 

Cosa sono e come funzionano River Cleaner e River Eye, le due tecnologie sviluppate da Blue Eco Line

River Eye, il sistema di monitoraggio dei rifuitiplastici flottanti

Sebbene River Cleaner “nasca” prima di River Eye, il sistema di monitoraggio dei rifiuti plastici flottanti è fondamentale per la tecnologia dedicata alla pulizia dei corsi d’acqua. Infatti, spiega Lubrano, “River Eye è basato su un sistema di visione artificiale che ci consente di determinare quanta plastica viene trasportata da ogni corso d’acqua e funziona grazie a centraline dislocate sul territorio, da cui si diramano delle videocamere che filmano il corso d’acqua estraendone dei frame”. “I frame - prosegue il CEO della startup toscana - vengono ‘passati’ ad un software di intelligenza artificiale che abbiamo sviluppato internamente in grado di individuare i rifiuti plastici. Così facendo, riusciamo a stimare la quantità di plastica trasportata dai fiumi verso i mari oltre alle correlazioni con la piovosità, vedendo l’andamento stagionale o annuale del fenomeno”.

River Eye fornisce quindi dati trasparenti accumulatiti in cloud sul trasporto plastico dei corsi d’acqua, oltre a consentire a Blue Eco Line di individuare le zone che presentano maggiore criticità. “Ad esempio - spiega il CEO della realtà toscana - realizzare un impianto di raccolta dei rifiuti plastici su un fiume come l’Arno è particolarmente impegnativo. Grazie a River Eye, invece, possiamo ‘vedere’ se il flusso di plastiche arriva da un affluente secondario e posizionarvi un impianto di raccolta, con benefici sia in termini di efficienza che di contenimento dei costi”. Un sistema che sin dai primi test ‘sul campo’ si è dimostrato valido, con Blue Eco Line che ha effettuato e chiuso un monitoraggio su tre corsi d’acqua con Regione Veneto lo scorso anno, e ne sta avviando di nuovi in collaborazione con diverse Università ed Enti tra Lombardia, Veneto e Toscana.

River Cleaner, il sistema di raccolta dei rifiuti plastici

River Cleaner, invece, è il sistema di raccolta effettiva dei rifiuti plastici il cui posizionamento avviene sulla base delle rilevazioni effettuate attraverso River Eye. Concretamente, la soluzione sviluppata da Blue Eco Line consiste in un impianto di raccolta dei rifiuti automatizzato che si basa su un sistema particolarmente avanzato di reti neurali sviluppato dalla startup. Posizionato sugli argini dei fiumi, River Cleaner non ha impatti sulla fauna e sul paesaggio poiché è composto da una barriera immersa a circa 60 cm di profondità che non interferisce con le attività umane e non ostacola il passaggio di navi e pesci. Dopo aver intercettato i rifiuti, plastici e non, attraverso i nastri trasportatori River Cleaner li “scarica” nei cassoni per rifiuti carrabili immettendoli così nei tradizionali sistemi di smaltimento urbani ed extra-urbani.

Entrambe le innovazioni, inoltre, sono alimentate da pannelli fotovoltaici e da energia rinnovabile, risultando quindi in linea con la sostenibilità che caratterizza tutto il progetto.

La maturazione di Blue Eco Line: dal successo nella call “E-qube Startup&idea Challenge” alla partecipazione ad Up2Stars

Tornando alla crescita di Blue Eco Line, un altro passaggio fondamentale risale al 2022 quando, dopo aver risposto alla terza edizione della call per startup “E-qube Startup&Idea Challenge” promossa da Estra, in collaborazione con l’acceleratore di startup Nana Bianca e StartupItalia - editore e organizzatore di StartupItalia Open Summit - presentando la propria idea, Blue Eco Line si è classificata al secondo posto del contest al quale hanno partecipato 174 realtà.

Un premio particolarmente interessante poiché abbiamo avuto anche la possibilità di fare un percorso di open innovation con la multiutility Estra che ci ha portati al finanziamento del primo impianto River Cleaner a Grosseto”, sottolinea Lubrano che nel 2023 è stato inserito tra i cento innovatori Under 30 della classifica di Forbes Italia nella categoria Social Impact.

Inoltre, nel 2023 Blue Eco Line è stata selezionata per partecipare al programma di accelerazione Up2Stars - organizzato da Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con la piattaforma di innovazione Gellify – nel filone Blue Economy. “Un percorso molto interessante specialmente perché consente di confrontarsi con altre realtà attive nel medesimo settore focalizzate su aspetti diversi: uno dei punti di forza dei programmi verticali, nei quali spesso un problema affrontato da una startup può essere la soluzione anche per altre”, sottolinea Lubrano.

Anche dal punto di vista delle mentorship Up2Stars è stato un passaggio importante perché ha effettivamente messo a disposizione delle realtà partecipanti figure di riferimento con competenze tecniche specifiche. “In caso di dubbi o perplessità – evidenzia il CEO di Blue Eco Line – oltre alla parte prettamente teorica i mentor ci hanno offerto anche una loro prospettiva, e dati alla mano hanno cercato di guidare determinate scelte per lo sviluppo della startup”.

“Avere a che fare con dei mentor che provengono da determinate realtà aziendali oltre ad incontrare il mio apprezzamento è veramente un vantaggio di percorsi come Up2Stars, nei quali ci si confronta effettivamente con professionisti del settore che hanno un modo di lavorare ben definito”, aggiunge Lubrano

Blue Eco Line, inoltre, è entrata nel portafoglio di Business Development di Intesa Sanpaolo Innovation Center, un servizio che supporta startup e PMI innovative nella ricerca di partner commerciali e investitori interessati alle innovazioni che propongono. “Finora – chiarisce Lubrano – abbiamo interloquito con Intesa Sanpaolo Innovation Center raramente, ma ora che abbiamo obiettivi sfidanti l’intenzione è rafforzarlo sfruttando le opportunità offerte dalla società e la disponibilità ad aiutarci già palesata”.

Il team di Blue Eco Line Il team di Blue Eco Line

Il futuro di Blue Eco Line: dall’avvio dell’impianto pilota alla prima raccolta fondi

Un passaggio logico in quanto, dopo aver effettuato diversi monitoraggi e registrato dei marchi e brevetti, l’avvio del primo impianto pilota River Cleaner a Grosseto - sugli argini dell’emissario San Rocco - è imminente, e servirà anche per validare concretamente il progetto della startup.

“L’impianto è stato finanziato ed è già stato realizzato in officina, quindi non ci resta altro da fare se non montare il dispositivo e perfezionarlo ulteriormente, dopodiché avvieremo una campagna di raccolta fondi”, anticipa Lubrano. “L’intenzione – specifica il CEO di Blue Eco Line – è lanciare un round per iniziare a scalare il nostro business, aprendolo inizialmente ad ‘investitori trainanti’ per poi permettere ad investitori privati di aderirvi, in quanto siamo convinti che consentire alle persone che desiderano risolvere un problema così rilevante di essere coinvolte nello sviluppo delle soluzioni sia particolarmente importante”.

Inoltre, il sistema di reti neurali sviluppato particolarmente avanzato sviluppato da Blue Eco Line si presta ad altre applicazioni. Infatti, oltre a collaborazioni con grandi aziende per la realizzazione di prodotti con plastica riciclata al 100% nel ramo B2B, “stiamo ricevendo diverse richieste per applicare la nostra tecnologia in altri ambiti come il monitoraggio in real time per la gestione delle emergenze causate da eventi climatici estremi e sempre più frequenti, utilizzando il sistema di riconoscimento basato su immagini per monitorare alcuni parametri da un lato, e decidere come gestire i soccorsi sulla base di dati oggettivi dall’altro”, sottolinea Lubrano.

Chiarendo infine come la priorità sia ‘mettere a terra’ il primo impianto River Cleaner e realizzarne altri, oltre a creare un sistema di monitoraggio permanente dei rifiuti plastici nei fiumi simile a quello che controlla la qualità dell’aria.

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