Startup Tales | Come Test1 salva la natura dagli sversamenti di petrolio
La PMI innovativa ha sviluppato un materiale innovativo circolare che assorbe oli e idrocarburi con maggior efficacia e costi contenuti rispetto ai metodi tradizionali.
Fondata nel 2014 a Nave (BS) da Alessandro Taini, Andrea Pavoni e Giorgio De Vitalis, l’ex startup e oggi PMI innovativa ha sviluppato un materiale innovativo circolare che assorbe oli e idrocarburi con maggior efficacia e costi contenuti rispetto ai metodi tradizionali.
Gli sversamenti di oli e idrocarburi nelle acque e nel suolo rappresentano una delle forme di inquinamento ambientale più devastanti tra quelle causate dall’uomo, compromettendo irrimediabilmente l’ecosistema anche dal punto di vista faunistico. Ad esempio, secondo i dati resi noti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel solo Mar Mediterraneo ogni anno vengono riversate quasi 600 tonnellate di queste sostanze con conseguenze drammatiche.
Per risolvere efficacemente il problema superando i limiti delle soluzioni tradizionali, Alessandro Taini (CEO), Andrea Pavoni (CFO) e Giorgio De Vitalis (CTO) nel 2014 hanno fondato la startup innovativa (oggi PMI) e Società Benefit Test1 a Nave (Brescia), sviluppando una soluzione circolare e brevettata ribattezzata FomFlex200. Una “spugna” poliuretanica in grado di assorbire selettivamente oli e idrocarburi per circa 30 volte il proprio peso, riutilizzabile fino a 200 volte dopo ogni strizzatura. Strizzatura che avviene con appositi macchinari realizzati da T1 Solutions, consentendo il recupero di quanto assorbito dal materiale innovativo, peraltro utilizzabile in molteplici settori.
Origini, nascita e primi passi di Test1
Test1 nasce nel 2014 come startup innovativa quando due co-founder erano ancora studenti universitari, e nei primi anni di attività si è focalizzata su R&D per arrivare alla formula brevettata (anche negli Stati Uniti) su cui si basa FoamFlex200. Nel 2016 la startup innovativa lombarda ha inoltre avviato una fase di analisi del mercato e di sperimentazioni - condotte in collaborazione con organizzazioni attive in ambito petrolifero, laboratori di ricerca e università italiane e internazionali - volte a testare l’efficacia del materiale e a validare del prodotto.
Caratteristiche e funzionamento di FoamFlex200
L’innovazione realizzata da Test1 è una schiuma poliuretanica a celle aperte la cui forma è simile a un tappeto spugnoso, ha un effetto idrofobico superiore al 95% che consente di recuperare tutte le tipologie di oli e idrocarburi con un processo di strizzatura manuale che li mantiene ‘intatti’, rendendo possibile l’utilizzo di quanto assorbito senza rilavorazione.
Inoltre, FoamFlex200 assorbe oli e idrocarburi fino a circa 30 volte il proprio peso, e dopo la strizzatura con appositi macchinari può essere riutilizzata fino a 200 volte: 1 Kg del materiale Made in Italy può quindi assorbire fino a 6 tonnellate di idrocarburi rapidamente. FoamFlex200 viene quindi smaltito senza altre sostanze al suo interno e genera una quantità di rifiuti pressoché nulla, risultando così in linea con il paradigma dell’economia circolare lungo tutto il ciclo di vita.
Come spiega il Responsabile Tecnico Giorgio De Vitalis “si tratta di un’innovazione importante nel mercato delle soluzioni oleoassorbenti che attualmente vale 4 miliardi”. Nello specifico, “l’assorbimento avviene per contatto e capillarità: quando FoamFlex200 viene appoggiata la performance principale ha luogo nell’acqua per contatto, poiché vi galleggia sopra esattamente come l’olio e gli idrocarburi, con le celle che li assorbono rapidamente trattenendoli all’interno anche in condizioni di mare molto agitato. Se da un lato c’è selettività per l’acqua, dall’altro non c’è selettività rispetto alla tipologia di idrocarburi e oli assorbibili, che possono quindi essere di origine minerale, sintetica o il comune olio d’oliva usato per cucinare” chiarisce il co-founder della realtà innovativa bresciana.
“La riutilizzabilità di FoamFlex200 e lo smaltimento senza sostanze inquinanti all’interno, inoltre, riducono sensibilmente le emissioni di CO2 (99,8%) nel confronto con il polipropilene tradizionalmente utilizzato per i risanamenti, come emerso dalle certificazioni di Life Cycle Assessment che valutano la carbon footprint”, puntualizza il CTO di Test1.
La prima sperimentazione “sul campo” di FoamFlex200 seguita da altri successi
Nel 2018, complice la tempesta Emma che ha provocato il naufragio di diversi battelli a Port Gran Tarajal di Fuerteventura nelle isole Canarie (Spagna) causando lo sversamento di 150 tonnellate tra combustibili e oli di varia natura in mare, Test1 ha sperimentato per la prima volta al di fuori del laboratorio la propria innovazione.
FoamFlex200 ha permesso il recupero del 55% di quanto sversato in mare e il riutilizzo di 57 tonnellate di oli misti nonostante la bonifica sia iniziata tre giorni dopo l’incidente, dimostrando rapidità, facilità di trasporto e d’uso (per il risanamento sono stati coinvolti 8 volontari), nonché efficacia superiore alle soluzioni basate sul polipropilene con costi maggiori sia in termini economici sia per quanto concerne l’impatto ambientale.
Dopo il risanamento è stato inoltre realizzato “un paper scientifico, poiché è emerso come la velocità delle operazioni di assorbimento, durate tre giorni, si è conclusa senza lasciare sedimenti sul fondale marino”, sottolinea De Vitalis. La PMI innovativa - che dal 2018 ha una sede di rappresentanza nel Regno Unito (Edimburgo) e nel 2019 ha acquistato un impianto produttivo a Nave segnando l’inizio di un lavoro più strutturato - ha poi effettuato altre operazioni di successo per rispondere a eventi critici nel porto di Palau (Sardegna), a Portici (Napoli), sul lago di Garda e in Svizzera a causa di uno sversamento di gasolio nel fiume Ticino.
I settori di applicazione del materiale innovativo e circolare di Test1
Dopo un 2020 caratterizzato inevitabilmente dagli effetti della pandemia da Covid-19, comunque utile per aggiornare la formula e proseguire nelle attività di R&D in quanto nel settore della chimica tanti elementi vengono banditi poiché nocivi, nel 2021 Test1 ha ripreso a lavorare a pieno regime. Il primo settore su cui si è concentrata la PMI innovativa è stato l’Oil&Gas, “ma si è rivelato più complesso e a lungo termine in quanto vi operano big companies e i cambiamenti nei processi sono lenti”, puntualizza De Vitalis.
“Di conseguenza - prosegue il co-founder di Test1 - abbiamo modificato la nostra strategia di business passando al settore navale, che è quello con maggiore trazione al momento e nel quale abbiamo già fornito alcune flotte con il nostro materiale”. Anche perché il regolamento 37 dell’Annex I del MARPOL - convenzione Internazionale per la Prevenzione dell'Inquinamento causato da navi – richiede che le petroliere con stazza lorda superiore a 150 tonnellate e tutte le navi con stazza superiore a 400 tonnellate abbiano un piano di emergenza per l'inquinamento da idrocarburi (SOPEP) dotandosi di forniture apposite come FoamFlex200.
“Inoltre, stiamo lavorando con LifeGate al progetto Water Defenders Alliance, che ci permette di fornire FoamFlex200 a 99 porti italiani oltre a 4 aree marine protette per mantenere pulita l’acqua, partendo da quella di Favignana”, prosegue De Vitalis. A Favignana, infatti, la scale up lombarda ha realizzato dei contingency hub: strutture nelle quali vengono stoccati strizzatori e materiale, con quantità calcolate a seconda delle necessità specifiche. Sempre nell’ambito “porti e marine”, T1 Solutions ha coperto quasi tutti i porti della Sardegna, sostituendo il polipropilene e altre soluzioni per “pulire” le acque marine con FoamFlex200.
Infine, chiarisce il CTO di Test1, “stiamo entrando nel settore dell’industria in generale visto che sono molteplici quelle che utilizzano oli e idrocarburi. La domanda è forte in quanto tutte le aziende si stanno muovendo in ottica sostenibile guardando anche all’aspetto economico, e il nostro materiale offre enormi vantaggi anche in questo senso”.
Premi, riconoscimenti e round d’investimento: come è cresciuta Test1 dopo la pandemia
Nel percorso di crescita di Test1 non sono mancati premi e riconoscimenti per la soluzione innovativa sviluppata. Ad esempio, nel 2018 FoamFlex 200 (testato secondo protocollo ASTM e certificato dal Ministero dell’Ambiente Italiano) è stato selezionato tra le 10 migliori innovazioni nel settore dall’Oil&Gas Technology Center di Aberdeen e premiato con il Seal of Excellence della Comunità Europea, a cui si aggiunge l’inclusione di T1 Solutions tra le realtà vincitrici del programma europeo Tech Tour 2021.
Test1, inoltre, ha attratto investitori una volta validata sul campo la propria soluzione. A marzo del 2022, infatti, la scale up lombarda ha chiuso un primo round da 500.000 euro interamente sottoscritto da a|impact, veicolo di investimento che supporta PMI e startup in gradi di avere un impatto sociale, ambientale e culturale positivo sulla collettività.
Successivamente alla partecipazione a Faros - programma di accelerazione dedicato alla blue economy lanciato da CDP Venture Capital SGR in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio-Porto di Taranto e gestito da a|cube – a inizio ottobre del 2023 la PMI bresciana ha chiuso un secondo round da 1,7 milioni di euro guidato da LIFTT insieme ad a|impact – Avanzi Etica sicaf Euveca, Selected Investments e Faros.
Il supporto di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center
Inoltre, Test1 ha partecipato alla seconda edizione di della call for ideas In Action ESG Climate - lanciata dalle compagnie vita della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo (Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Life, Fideuram Vita) in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center - che ha come obiettivo fornire supporto economico a proposte capaci di accelerare la transizione ecologica.
“Un’esperienza positiva in un ambiente strutturato che va oltre la semplice competizione, con il team del Gruppo Intesa Sanpaolo a seguirci dalla fase di selezione alle presentazioni passando per tutti gli step intermedi fino alla finale in cui ci siamo classificati al terzo posto, dandoci una struttura e preziosi consigli”, ricorda il co-founder di T1 Solutions.
“Grazie alle interlocuzioni con l’Innovation Team – prosegue De Vitalis - abbiamo mantenuto il rapporto che si era creato durante la competizione, e oltre ad avere più visibilità grazie a Intesa Sanpaolo Innovation Center, abbiamo avviato interlocuzioni con altri reparti per sviluppare un’idea in ambito assicurativo, sempre con grande sintonia”. Ad esempio, Maria Luisa Gotta - AD e DG di Fideuram Vita e Vice Direttore Generale di Intesa Sanpaolo Vita per l’area di coordinamento delle società controllate Vita - dopo aver partecipato alla premiazione “ha dato la propria disponibilità per incontrarci e suggerirci la strada migliore per avviare la collaborazione che avevamo in mente, con interlocuzioni che stanno proseguendo tutt’ora”, aggiunge il CTO di Test1.
La realtà cleantech bresciana fa parte del portafoglio di Business Developlment di Intesa Sanpaolo Innovation Center: un servizio che supporta startup e PMI innovative nella ricerca di partner commerciali e investitori interessati alle innovazioni proposte. Ad esempio, Test1 è stata invitata al Blue Economy Summit 2024 - convegno di rilevanza internazionale sulla Blue Economy organizzato da One Ocean Foundation - svoltosi lo scorso 4 giugno nell’Aula Magna dell’Università Bocconi di Milano
Ambizioni e prospettive di Test1
Guardando al futuro di Test1, a breve termine “vogliamo incrementare il fatturato ampliando la nostra presenza nei settori industrie, porti e marine, e Shipping. Con il premio ottenuto partecipando a In Action ESG Climate, tra l’altro, abbiamo sviluppato un sistema adattabile a navi, porti e marine per incrementare le vendite in questo settore”, chiarisce De Vitalis. “Nel medio periodo – prosegue - vorremo coprire tutti i porti e marine e le flotte di prima taglia, per poi espanderci a livello europeo e internazionale”.
“A lungo termine l’intenzione è entrare nel settore Oil&Gas per innovarlo con la nostra tecnologia disruptive per l’oil spill response. Vediamo il settore come parte del nostro futuro in quanto l’olio non è solo carburante e, anche se ci sposteremo sui biofuels, purtroppo continueranno a verificarsi incidenti in ogni ambito. Inoltre, stiamo lavorando ad altri progetti come lo sviluppo di sistemi ingegnerizzati per sostituire gli attuali metodi meccanici con cui vengono recuperati oli e idrocarburi”, conclude il CTO di T1 Solutions.