Startup Tales | Ecco come ISAAC protegge edifici e infrastrutture dai terremoti

21 Dicembre 2023
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Fondata dall’attuale CEO Alberto Bussini che ha “trasformato” un’idea di tesi universitaria in ingegneria meccatronica in una tecnologia innovativa e non invasiva per evitare che gli edifici esistenti (compresi quelli “antichi”) e le infrastrutture si danneggino e crollino a causa di scosse sismiche e forti venti

Prevedere quando si verificherà un terremoto è impossibile, ma non lo è minimizzare i danni agli edifici e alle infrastrutture causati da sismi e raffiche di vento. Per le nuove costruzioni il problema non sussiste, in quanto progettate per resistere alle scosse telluriche, mentre quelle più “vecchie” possono affidarsi alla soluzione innovativa e “intelligente” sviluppata dalla startup ISAAC Antisismica. Fondata nel 2018 a Milano dall’attuale CEO Alberto Bussini, la realtà innovativa che si occupa di monitoraggio e protezione sismica ha infatti realizzato e brevettato I-Pro-1: la prima tecnologia antisismica modulare, auto-adattativa e plug&play per edifici già esistenti e, dal 2023, per le infrastrutture

 

Come nasce e come funziona la tecnologia di ISAAC Antisismica

Ero ancora studente di ingegneria meccatronica al Politecnico di Milano quando ho avuto l’idea convinto che andasse sviluppata”, racconta Bussini. In ambito accademico, però, nessun docente concorda con Bussini ad eccezione del Professor Francesco Ripamonti. “Da lì comincia il mio progetto di tesi, ovvero sviluppare un dispositivo AMD (active mass damper) per proteggere gli edifici esistenti dai terremoti”, ricorda il CEO di ISAAC parlando delle origini dell’iniziativa imprenditoriale. “All’inizio ero praticamente solo. Grazie ai primissimi finanziamenti per startup della Regione Lombardia, dopo la prima assunzione abbiamo iniziato a lavorare al progetto pianificando i vari step per sviluppare e realizzare la nostra tecnologia”, rammenta Bussini.

Tecnologia ribattezzata successivamente Electro-Pro, basata su un motore elettrico che attiva e muove dei contrappesi installati sulle sommità grazie a sensori accelerometrici applicati in punti significativi che registrano in tempo reale i movimenti dell’edificio. I sensori inviano quindi i dati a un sistema di comando centrale computerizzato che - grazie ad algoritmi proprietari - li elabora secondo una logica deterministica stabilita dagli ingegneri in grado di prevedere cosa può accadere in tutte le situazioni.

In questo modo il computer centrale calcola la quantità di forze contrarie a quelle del terremoto da erogare sulla struttura, e trasmette gli input corretti ai dispositivi hardware affinché si muovano per minimizzare i danni ed evitarne il crollo. “Sostanzialmente è come essere in equilibrio su una corda, con il computer centrale che funge da ‘cervello’. Negli esseri umani il dato sull’equilibrio risiede nell’orecchio dove si trova il labirinto, organo sensore che invia i dati al cervello e, agendo da ‘motore’, mantiene in equilibrio il corpo umano”, spiega il founder della startup milanese. L’obiettivo, spiega Bussini, “è sempre stato avere una soluzione scalabile per proteggere sia la struttura che il contenuto degli edifici e, successivamente, le infrastrutture. Scalabile perché è sufficiente installare i nostri dispositivi modulari sulla copertura (quindi sul tetto) degli edifici adeguati alla grandezza del fabbricato insieme a dei sensori, facendo sì che durante l’evento sismico le oscillazioni del fabbricato siano ridotte al minimo”.

Un aspetto rilevante è la non invasività della soluzione. Infatti, evidenzia il CEO di ISAAC, “grazie ai contrappesi modulari, si evitano interventi antisismici che sono particolarmente invasivi in quanto per rinforzare gli elementi strutturali gli edifici stessi devono essere sventrati con costi ingenti per demolire e ricostruire le componenti architettoniche. Costi che sono più che altro sprechi, poiché le strutture portanti sono costituite da mattoni e calcestruzzo di esiguo valore”.

La tecnologia di ISAAC Antisismica, pertanto, nasce per mettere in sicurezza gli edifici senza toccare impianti e componenti architettoniche. “Attualmente stiamo installando la nostra soluzione in diversi ospedali, nei quali ci sono ad esempio macchine per effettuare le risonanze magnetiche che costano svariati milioni di euro”, chiarisce Bussini. “È impensabile spostarle o cambiare impianti – prosegue il CEO della startup milanese -. Per questo motivo la nostra soluzione è molto competitiva: arriviamo, installiamo le macchine sui tetti e la costruzione è protetta dalle scosse di terremoto” e dalle forti raffiche di vento.

Partendo da questo concetto, ISAAC Antisismica nel 2023 ha aperto una nuova linea di business con la tecnologia brevettata Tower-Pro per proteggere anche le infrastrutture: un sistema attivo elettrico di nuova generazione per il controllo di vibrazioni applicabile, ad esempio, a torri e tralicci. Tower-Pro, infatti, migliora la resilienza al rischio sismico e ad eventi naturali che, se non controllati, possono compromettere l’integrità delle strutture.

goccia su foglia con misurino goccia su foglia con misurino

La crescita di ISAAC: dai test alle applicazioni concrete

Quando si sviluppa un dispositivo di questo tipo - rimarca il CEO di ISAAC - la prima domanda è: funziona davvero? I numeri e le simulazioni dicono di sì, ma servono evidenze concrete. Per questo abbiamo usato due edifici alti dieci metri: uno dotato del prototipo della tecnologia, l’altro no. Simulando diversi terremoti di intensità crescente (tra cui quello in Irpinia del 1980 aumentato con intensità aumentata del 137%), la costruzione senza tecnologia applicata durante il sisma collassa, mentre l’altra resiste senza danneggiarsi”.

In questo modo, aggiunge Bussini, “abbiamo validato l’idea dimostrando che la nostra tecnologia fa la differenza. Anche se l’edificio senza la nostra soluzione non è crollato sarebbe da demolire e ricostruire, con conseguente inagibilità che impedirebbe agli abitanti di rientrare nelle proprie case”.
La risposta del mercato alla tecnologia di ISAAC Antisismica è stata immediata. “Da un lato sono arrivate innumerevoli richieste di analisi degli edifici da parte delle persone; dall’altro ingegneri strutturisti ci hanno contattato per capire se e dove fosse possibile installare la nostra tecnologia sui loro edifici”, sottolinea Bussini.

In questa fase la startup comprende inoltre come il patrimonio edilizio italiano sia estremamente variegato, con edifici (ad esempio gli immancabili campanili dei borghi antichi) costruiti in epoche diverse che rendono impossibile avere una casistica unica. “Superata questa difficoltà, abbiamo iniziato a installare i primi dispositivi su edifici residenziali e scuole, fino ad ospedali come il San Martino di Genova che accoglie 25.000 utenti al giorno”, chiarisce il CEO di ISAAC.

 

I prossimi step: dall’ampliamento del team all’avvio dell’internazionalizzazione

Grazie alle diverse applicazioni pratiche attraverso lo studio delle forniture, è iniziata la crescita costante del business di ISACC. Vinto il rischio tecnologico, la startup ha raccolto e utilizzato risorse economiche per dimostrare che il prodotto rispondeva a una forte domanda insoddisfatta.
Dopo aver ampliato il team, attualmente composto da 15 persone, “oggi siamo nella fase di scaleup per far crescere l’applicazione sul mercato italiano – aggiunge Bussini - e riceviamo tante richieste soprattutto da strutture ospedaliere. La sfida che stiamo affrontando adesso è pertanto operativa: produrre i macchinari e decidere dove e come installarli”.

Anche perché i clienti sono aumentati, con i molteplici round di finanziamento che hanno permesso alla startup di crescere. Incubata in PoliHub, infatti, ISAAC, ha avuto quale finanziatore storico nel seed e nel preseed 360 Capital, completando lo scorso giugno un Round di Series A da 5 milioni di euro che oltre agli investitori storici (360 Capital e Nova Capital) ha visto quale lead investor CDP Venture Capital SGR.

Abbiamo un prodotto che serve e piace - chiarisce Bussini -. Adesso, anche grazie ai nuovi fondi, dobbiamo vincere le sfide operative e scalare il mercato italiano fino al 2025 compreso, per poi avviare l’internazionalizzazione progressivamente nel 2026 basandoci su studi volti a capire in quali mercati entrare gradualmente come, ad esempio, California, Turchia e Giappone”.

Il supporto di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center

Inoltre, ISAAC ha partecipato alla seconda edizione della call for ideas In Action ESG Climate - lanciata dalle compagnie vita della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo (Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Life, Fideuram Vita), in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Un’iniziativa il cui obiettivo è fornire supporto economico a proposte capaci di accelerare la transizione ecologica, con la startup che si è aggiudicata vittoria e primo premio (250.000 euro).

Il vero patrimonio edilizio italiano è storico, con strutture vecchie in muratura come i campanili presenti in tutti i borghi antichi, Pertanto bisogna preservare il modo in cui sono state progettate e costruite, senza possibilità di interventi invasivi – sottolinea Bussini. “Per questo abbiamo preso un campanile alto 12 metri in scala reale posizionandolo su una tavola vibrante per simulare un vero e proprio evento sismico che colpisce la struttura in muratura dotata della nostra tecnologia”, aggiunge il fondatore della startup milanese.

Intesa Sanpaolo Innovation Center ha supportato ISAAC nella partecipazione vittoriosa alla Startup Initiative Global Social Venture Competition italiana organizzata insieme ad Altis e nel conquistare il premio finale dell’Iren Startup Award 2019, a cui si aggiunge il successo del primo bando Accelerate in Israel nel 2020.

Una caratteristica importante di Intesa Sanpaolo Innovation Center risiede nel supportare una società innovativa - soprattutto nelle fasi di crescita – qualora ne abbia bisogno come nel nostro caso, creando contatti con partner industriali importanti”, evidenzia il CEO di ISAAC.
Rimarcando come Intesa Sanpaolo stia aiutando la startup attraverso linee di credito per gestire gli appalti, anche in virtù della capacità di comprendere le esigenze grazie al know-how e al supporto all’open innovation di Intesa Sanpaolo Innovation Center.

“Inoltre, Intesa Sanpaolo Innovation Center ci ha aiutato permettendoci di partecipare a fiere ed eventi non solo per creare nuovi contatti, ma anche per fornire feedback volti a migliorare i nostri pitch e, se necessario, cambiarli affinché catturino l’interesse degli investitori”, chiarisce il CEO di ISAAC.
Passando ai prossimi step, Bussini chiarisce come, oltre alla crescita del team che “lavora molto bene ed è orizzontale ma necessità di più talenti”, la sfida di ISAAC consiste nello scalare il business rispondendo contemporaneamente alla crescita della domanda.

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