Startup Tales | Come Involve Space vuole rendere più sostenibile lo spazio
La startup ha sviluppato una tecnologia per lanciare palloni stratosferici alimentati con gas elio e idrogeno, riutilizzabili e supportati da un software “intelligente”
Per l’umanità lo spazio ha da sempre un fascino unico, con gli astronomi che da secoli provano a scoprine i segreti, gli scrittori e i cineasti che immaginano mondi fantastici, e i bambini che sognano di diventare astronauti per esplorarlo. Ma non solo: oltre a fantasia ed esplorazione scientifica, negli ultimi anni lo spazio è diventato un ambito che offre opportunità economiche collegate a sfide tecnologiche con la cosiddetta Space Economy, ovvero l’insieme delle attività e dei servizi collegati allo spazio come le missioni e le conseguenti applicazioni terrestri.
La Space Economy, infatti, grazie all’innovazione tecnologica ha prospettive di sviluppo in diversi campi come le comunicazioni, l’osservazione della Terra per diversi scopi (ad esempio agricoltura di precisione e monitoraggio dei disastri naturali), la difesa, la ricerca scientifica e molto altro.
Il report X-Plore SpaceTech realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center evidenzia come la Space Economy sia in forte espansione, e vede l’Italia in prima linea in quanto imprescindibile per lo sviluppo del Paese relativamente a sostenibilità economica e ambientale.
Un mercato che vale circa 400 miliardi di dollari oggi includendo i sotto-segmenti ed è destinato a crescere costantemente arrivando a 600 miliardi nel 2030 per poi superare i 1000 miliardi nel 2040. A riprova del ruolo cruciale e strategico della Space Economy in Italia, l’industria aerospaziale nostrana è la settima al mondo e la quarta in Europa grazie a 500 realtà attive nel settore.
Un esempio concreto è Involve Space, startup fondata a Erba (Como) nel 2021 dal giovanissimo Jonathan Polotto, che sta sviluppando una tecnologia sostenibile per arrivare ai confini dello spazio e cogliere le innumerevoli opportunità offerte dal settore.
Come funziona la tecnologia di Involve Space
Frutto di un’intensa attività di Ricerca e sviluppo iniziata ancor prima della costituzione della startup che prosegue serratamente, la tecnologia realizzata da Involve Space consente di portare carichi specifici per diversi tipi di missioni nella stratosfera, grazie a un pallone stratosferico di dimensioni scalabili che traina una sonda con il carico, senza problemi collegati al peso dello stesso.
Il pallone è “riempito” con gas elio e idrogeno, ovvero propellenti naturali, e si avvale di un software basato sull’intelligenza artificiale che ottimizza le traiettorie nella stratosfera evitando che finisca in balia dei forti venti, garantendo così la copertura di aree delimitate. Inoltre, la soluzione permette di far atterrare pallone e sonda riutilizzandoli per nuove missioni, consentendo a Involve Space di “ottimizzare i propri sistemi ed essere contestualmente sostenibile riducendo drasticamente gli sprechi” chiarisce Polotto.
Gli ambiti di utilizzo sono molteplici e quasi infiniti, con la startup che attualmente si propone come “un provider di servizi che offre “posto” a bordo della sonda come dei biglietti aerei, senza occuparsi del carico utile o dei sensori con cui equipaggiarla. Noi - prosegue il giovane founder di Involve Space - seguiamo la missione dall’inizio alla fine (lancio, volo, monitoraggio completo) e, all’atterraggio della sonda, recuperiamo sia il carico del cliente sia i dati, poi recuperiamo sonda e pallone e li riutilizziamo”.
Una soluzione “circolare” che esce dalla logica “usa e getta” dei razzi, che oltre a utilizzare propellenti inquinanti quando completano le missioni rientrano a Terra senza controllo o esplodono.
Inoltre, a maggio del 2023 durante Lario Space - evento dedicato alla Space Economy organizzato dalla startup e seguito con attenzione dagli specialisti di Innovazione di Intesa Sanpaolo che collaborano anche con Intesa Sanpaolo Innovation Center -, Involve Space ha presentato un kit per i lanci “fai da te” ribattezzato “Da Vinci Caelum” che consente, anche grazie a specifici tool acquistabili separatamente, di effettuare un lancio in completa autonomia.
La nascita di Involve Space: dal sogno di un adolescente all’iniziativa imprenditoriale
Il percorso che ha portato alla nascita di Involve Space è senza dubbio particolare e per certi versi sorprendente. “La mia passione per la scienza risale all’infanzia, nella quale lo spazio ha avuto un ruolo quasi “magico”. Ho sempre provato a fare esperimenti - racconta Polotto - e nel 2015 (a soli 15 anni) ho effettuato il primo lancio. Una sorta di gioco condiviso con alcuni amici focalizzato sulla parte video e sulla volontà di filmare la Terra dall’alto, in quanto un’altra passione che ho coltivato nel mio percorso di studi è il film-making”.
Background che ha portato il poliedrico e talentuoso Polotto a lavorare per un noto programma televisivo, abbandonato per unire due passioni: video e scienza. “Dopo altri lanci sperimentali nel 2018 utili a comprendere meglio la tecnologia e le potenzialità, abbiamo capito che ci poteva essere un mercato con conseguenti opportunità. Da lì mi sono lasciato trascinare dalla passione, diventata iniziativa imprenditoriale seguendo il flow degli eventi e l’istinto”.
In questa fase inizia l’attività di R&S che nel 2021 sfocia nella fondazione di Involve Space a Erba (Como) da parte di Polotto. La startup, oltre a proseguire con crescente intensità le attività di Ricerca e Sviluppo, ha da subito avviato “uno stream commerciale che ha portato risultati in termini di vendite e prosegue in parallelo”.
Come è articolato il business di Involve Space
Involve Space, sebbene le potenzialità della tecnologia sviluppata siano infinite come sottolineato da Polotto, si concentra su quattro filoni. “Il principale - chiarisce il CEO della startup - è l’osservazione della Terra, nostro pillar, che comprende tutto ciò che riguarda il “guardare” la terra dall’alto come il monitoraggio di aree specifiche, dei campi coltivati e dei disastri naturali, oltre alla difesa ad esempio per quanto concerne la sicurezza dei confini”
“Il secondo filone - prosegue Polotto - è il testing, ovvero posizionare sulla sonda satelliti o componenti degli stessi quali elettronica e materiali, per testarli in ambiente reale “meglio” di quanto possibile fare in laboratorio”.
Il terzo filone è la ricerca scientifica, “con sensori per ottenere dati relativi a inquinamento, composizione dell’atmosfera e applicazioni in settori diversi a seconda dei sensori posizionati sulla sonda”. L’ultimo filone riguarda le telecomunicazioni, “ovvero equipaggiare la sonda con sistemi in grado di assolvere molteplici scopi, ad esempio rimbalzare segnali radio o dare copertura ad aree specifiche”, spiega il founder della realtà innovativa comasca.
Involve Space nel 2024 avvierà l’industrializzazione contando su interlocuzioni avviate in tutti gli ambiti di attività con i diversi stakeholder (istituzioni e privati), e punta a ottimizzare il proprio sistema “passando dal singolo alla moltitudine per creare una costellazione di palloni, simile a quelle di satelliti e complementari alle stesse, intervenendo laddove le performance sono basse o presentano problemi di connessione per rimbalzare e amplificare il loro segnale”.
In questo senso è fondamentale il software “intelligente”, che permette di interconnettere tra loro i palloni facendo sì che si muovano a sciame. “Da una ricerca che abbiamo condotto con 40 palloni stratosferici perfettamente interconnessi si riesce a coprire un’area vasta come tutta l’Australia, un esempio che esplicita le potenzialità nell’avere una moltitudine di palloni nella stratosfera”, precisa infatti Polotto.
Da Up2Stars alla Elite Lounge: il supporto concreto di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center
Nel percorso di Involve Space, oltre alla partecipazione nel programma di accelerazione Up2Stars Aerospace - nato dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center con il supporto della piattaforma di innovazione Gellify - che si è concluso con un pitch davanti a una platea di potenziali investitori nel Demo Day svoltosi a Napoli, è stato importante l’ingresso nella ELITE Lounge di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Elite.
“Il programma ha proposto un percorso formativo che non si limita solo al miglioramento dei comparti in cui siamo più deboli, ma è strutturato per capire se e come quotarci in Borsa. Questo grazie a una sorta di mentorship da parte del personale di Euronext, al quale siamo arrivati partendo da un semplice contatto con Intesa Sanpaolo”, sottolinea Polotto.
Aggiungendo come “Intesa Sanpaolo Innovation Center parla da sé, in quanto vuole portare innovazione: un concetto spesso fumoso e astratto. Nell’Innovation Center ho trovato molta concretezza e pragmatismo, nonché risposte alle diverse esigenze mettendoci in contatto con chi può fornirle davvero come investitori o personale interno. In un’azienda così grande - aggiunge Polotto - si avverte come dietro ci siano persone reali con cui creare relazioni e scambi, dandoci l’opportunità di avere contaminazione di idee e punti di vista”.
“In questi mesi i rapporti con Intesa Sanpaolo Innovation Center sono diventati strettissimi. C’è un’ottima sinergia e apertura su quanto è possibile fare insieme, sia a livello progettuale che relativamente al supporto per crescere o compiere determinati passi, in un’esperienza positiva che prosegue e che ci ha permesso di avviare una collaborazione interessante con Astradyne per implementare la loro tecnologia (pannelli solari innovativi e brevettati) sulla nostra sonda”, conclude Polotto.
Photo credit: Involve Space
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