L'economia circolare come chiave per la competitività

Il tessuto economico e industriale italiano ha bisogno di cambiare modalità, se vuole essere competitivo e resiliente.

La circular economy si sostituisce all’economia di tipo “lineare” basata sul modello “produzione-consumo-scarto” e si pone come nuovo paradigma economico che mira a conservare nel tempo il valore di prodotti e servizi e a slegare lo sviluppo di imprese e territori dal consumo delle risorse naturali esauribili.

Si contrappone all’economia lineare offrendo strumenti per affrontare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, rispondendo al contempo a importanti bisogni sociali. Un’economia circolare si basa su tre principi: eliminare rifiuti e inquinamento, mantenere in circolo prodotti e materiali, rigenerare il capitale naturale.

Un approccio che favorisce la piena integrazione della sostenibilità e crea valore condiviso per l’intera società.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso Intesa Sanpaolo Innovation Center ha colto il potenziale strategico di questo nuovo modello e dal 2016 è Strategic Partner della Ellen MacArthur Foundation, il più autorevole player internazionale in questo campo. Grazie alla partnership, il Gruppo, attraverso Intesa Sanpaolo Innovation Center, contribuisce attivamente ai principali tavoli di lavoro nazionali e internazionali sull’economia circolare, collaborando con le istituzioni e gli stakeholder più rilevanti. 

Che cos’è l’economia circolare 

Secondo la Fondazione Ellen MacArthur, l’economia circolare è definita come un sistema economico pensato per potersi autorigenerare. In un'economia circolare, il ruolo del design è fondamentale. Attraverso un’attenta progettazione, i materiali di scarto e i prodotti a fine vita possono essere riutilizzati, rigenerati e riciclati continuamente, per creare un ciclo chiuso, massimizzando i benefici economici dei modelli di business circolari, riducendo al minimo l’uso di risorse vergini e l’impatto ambientale.

La Fondazione Ellen MacArthur

La Fondazione Ellen MacArthur è un'organizzazione internazionale fondata nel 2010 da Ellen MacArthur, con l'obiettivo di accelerare la transizione verso un'economia circolare attraverso ricerca, educazione e collaborazione con aziende e governi.

I tre principi fondamentali dell'economia circolare

In dettaglio, l’economia circolare si basa su tre principi fondamentali:

  • Eliminare i rifiuti e l’inquinamento fin dal principio: progettare prodotti e sistemi produttivi in modo da eliminare i rifiuti e prevenire l’inquinamento sin dalla loro creazione.
  • Mantenere i prodotti e i materiali in uso: prolungare il ciclo di vita dei prodotti attraverso la manutenzione, il riuso, la rigenerazione e il riciclo, assicurando che i materiali rimangano in uso il più a lungo possibile.
  • Rigenerare i sistemi naturali: restituire alla natura le risorse utilizzate, favorendo la rigenerazione dei sistemi naturali e migliorando la qualità del suolo, dell’acqua e della biodiversità.

Questa visione sistemica punta a una maggiore efficacia ed efficienza delle risorse e a un modello di sviluppo sostenibile, in cui lo sviluppo economico è disgiunto dal consumo di risorse finite.

Differenza tra economia circolare e lineare

L'economia lineare segue il modello tradizionale "prendi-produci-getta", in cui le risorse vengono estratte, trasformate in prodotti e, alla fine del loro ciclo di vita, smaltite come rifiuti. Questo approccio comporta un elevato consumo di risorse, la generazione di grandi quantità di rifiuti e inquinamento, ed è spesso basato su principi di obsolescenza programmata e turbo-consumismo.

In contrasto, l'economia circolare offre una nuova prospettiva di sviluppo che sfida il paradigma dell'usa e getta. L'economia circolare ridisegna i meccanismi economici e industriali tenendo conto dell'interdipendenza che esiste tra natura ed economia, eliminando i rifiuti e l'inquinamento alla fonte, "by design".

Adottando un approccio sistemico, l'economia circolare può accelerare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica dell'Unione Europea, promuovendo una maggiore efficienza delle risorse e un modello di sviluppo sostenibile. In questo modo, si supera il concetto di obsolescenza programmata, favorendo un'economia rigenerativa che si basa sulla durabilità, la riparabilità e la riciclabilità dei prodotti.  

Le 3 R dell’economia circolare

Le 3 R dell'economia circolare, ovvero Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, rappresentano principi fondamentali per la gestione sostenibile delle risorse.

Ridurre” implica diminuzione di risorse naturali necessarie, il ricorso a materie prime non tradizionali e a basso impatto ambientale, la rimodulazione dei processi di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti per ridurre gli scarti.

Riutilizzare” incoraggia l'impiego di prodotti più volte per allungare la vita utile di un prodotto, ovvero valutare la possibilità di ripararlo e riutilizzarlo anziché procedere alla sua sostituzione. Attraverso il riutilizzo è possibile limitare la produzione di rifiuti, evitando di far terminare il loro ciclo e di mandarli in discarica.

Riciclare” e “Recuperare” riguarda la trasformazione dei rifiuti e materiali di scarto in nuovi materiali, come materie prime seconde, allungando il loro ciclo di vita. Attraverso il riciclo è possibile utilizzare nuovamente materiali di scarto di precedenti processi produttivi, riducendo in questo modo l’impatto ambientale. Il riciclo consente di risparmiare energia e al contempo consente una riduzione dell’inquinamento, poiché permette di ridurre la quantità di rifiuti che termina negli inceneritori e nelle discariche.

Tuttavia, questa definizione su 3R è ormai considerata superata, poiché non tiene conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti e della necessità di riprogettare i sistemi di produzione per eliminare i rifiuti fin dall'inizio. L'economia circolare moderna si concentra su concetti più ampi come il design sostenibile, l'innovazione dei materiali e i modelli di business rigenerativi, promuovendo una visione olistica e integrata della sostenibilità.

Aggiornando il paradigma delle R, utile per definire le linee guida per attuare le strategie per portare il sistema alla circolarità, si parla oggi di  9 strategie “R” e numerose combinazioni possibili di esse, suddivise in tre categorie in base all’obiettivo di economia circolare che supportano.

 

Fabbricare e utilizzare il prodotto in maniera più intelligente:

1. Rifiutare (Refuse): evitare l'acquisto di prodotti non necessari o dannosi per l'ambiente, offrendo la stessa funzione con un prodotto radicalmente diverso.

2. Riprogettare (Rethink): ripensare il design dei prodotti e dei processi per ridurre l'impatto ambientale e aumentare l'efficienza delle risorse, ripensando l’intero ciclo di vita o il suo utilizzo.

 

Estendere la vita del prodotto e delle sue parti:

3. Ridurre (Reduce): diminuire il consumo di risorse e la produzione di rifiuti, ottimizzando l'uso dei materiali e migliorando l'efficienza energetica.

4. Riutilizzare (Reuse): usare i prodotti più volte, estendendo il loro ciclo di vita e riducendo la necessità di nuovi prodotti.

5. Riparare (Repair): riparare gli oggetti danneggiati invece di sostituirli, promuovendo la manutenzione e la longevità dei prodotti.

6. Rinnovare (Refurbish): rinnovare i prodotti per riportarli a uno stato funzionante o migliorato, estendendo ulteriormente la loro vita utile.

7. Rigenerare (Remanufacture): rigenerare i prodotti usati, aggiornandoli con nuove tecnologie o componenti, per riportarli a uno stato pari o migliore rispetto a quello originale.

 

Applicazione utile dei materiali

8. Ricondizionare (Repurpose): adattare i prodotti o i loro componenti per nuovi utilizzi, diversi da quelli originali. Processare i materiali per ricavarne la stessa qualità o più bassa.

9. Riciclare (Recycle): trasformare i rifiuti in nuovi materiali o prodotti, riducendo la necessità di materie prime vergini e chiudendo il ciclo di vita dei materiali. 

Il piano d'azione per l'Economia Circolare in Europa

La circular economy rappresenta oggi la preziosa occasione che l'UE è intenzionata a cogliere per ispirare la trasformazione delle economie nazionali, perseguendo l’obiettivo di una prosperità condivisa, inclusiva e sostenibile e stimolando ingenti programmi di investimenti pluriennali, capaci di coinvolgere intere catene del valore, privilegiando nuove tecnologie digitali e promuovendo la diffusione di nuove logiche di creazione del valore, grazie a nuovi modelli di business e nuovi modelli gestionali basati anche su modelli collaborativi pubblico-privati, volti a mitigare i rischi operativi e finanziari intervenendo con soluzioni evolute lungo tutte le fasi della catena del valore.

In Europa, la Commissione UE identifica la circolarità come elemento fondamentale del Green Deal e della strategia industriale del continente, definendo anche regolamenti e direttive sulla CE con importanti ricadute di compliance e obbligo di rendicontazione per le aziende che operano nella UE (es. CE nella EU Taxonomy sulla finanza sostenibile, CE nel Critical Raw Material Act, CE nella Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD e altre regole per l’adozione della CE in ambito imballaggi, batterie, tessuti2). Anche l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile funge da quadro strategico globale che guida l'UE nell'integrazione dei principi dell'economia circolare nelle politiche nazionali e comunitarie, assicurando una transizione verso un modello economico più sostenibile e inclusivo entro il 2030. Questo allineamento promuove la coerenza normativa, l'importanza della collaborazione tra settore pubblico, settore privato e società civile, e l'obbligo di monitorare e rendicontare gli impatti ambientali e sociali delle attività economiche.

In Italia, con il Decreto MITE n. 259 del 24 giugno 2022, il Ministero della Transizione ecologica ha approvato la “Strategia nazionale per l'economia circolare” in attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR.

2 EU Taxonomy: regolamento europeo 2020/852 per la classificazione delle attività economiche che contribuisco in modo sostanziale ai sei obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione UE, tra cui la transizione verso l’economia circolare; EU Critical Raw Material Act: proposta di regolamento europeo per garantire all’UE l’accesso a un approvvigionamento sicuro, circolare e sostenibile alle materie prime critiche per la transizione ecologica, indipendente dalle importazioni e da fattori esogeni extraUE; CSRD: normativa europea sulla rendicontazione non finanziaria che prevede nuovi standard per il reporting della sostenibilità, tra cui aspetti legati alla CE (rif. ESRS E5 - Uso delle risorse ed economia circolare)

I vantaggi dell'economia circolare per le imprese

Maggiore efficacia

nell’utilizzo di risorse naturali e energia, con risparmi economici su consumi e approvvigionamento

Nuove linee di potenziali ricavi

generate da occasioni di simbiosi e partnership con la filiera, in ottica di open innovation

Competitività nel medio-lungo periodo

anticipando le scelte dei consumatori e i trend normativi (de-risking effect)

Miglior posizionamento 

nei confronti di clienti, azionisti, investitori, partner, fornitori, distributori.

Riduzione degli impatti ambientali

ed efficientamento dei processi (minori spese per eventuali rischi legali)

Dalla partnership tra Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory è nato Il Circular Economy Lab che, attraverso il suo patrimonio di know-how e competenze, intende contribuire alla diffusione dei principi e dei metodi dell’economia circolare sia tramite iniziative formative sia generando opportunità per fare rete tra gli attori dell’ecosistema innovativo.
Il Circular Economy Lab supporta le imprese nella transizione verso modelli di business di economia circolare, guidando l’Innovazione attraverso un approccio sistemico: per farlo è stata disegnata una proposta di advisory capace di rispondere ai principali bisogni aziendali.

i settori in cui operiamo
Agrifood

Applicazione di modelli di economia circolare lungo le fasi della value chain.

Plastics

Implementazione di processi circolari nei processi di trattamento dei polimeri.

Mobility

Adozione di logiche di economia circolare nella mobilità di merci e persone.

Building

Sviluppo di logiche di economia circolare nelle costruzioni.

Fashion

Applicazione di modelli di economia circolare lungo le fasi della value chain.

Energy

Adozione di principi circolari nei processi di transizione energetica.

Le nostre soluzioni di advisory sull'economia circolare

dc

Circular Workshop

Workshop di introduzione all’Open Innovation e alla Circular Economy e di onboarding delle risorse interne o del management su questi temi, con approfondimento sulla catena del valore dell’azienda.

cd

Circularity Assessment

Misurazione del livello di circolarità dell’azienda lungo la propria catena del valore, per raggiungere una maggiore consapevolezza dello stadio raggiunto nella trasformazione circolare e identificare gli action points.

ds

Circular Open Innovation

Accompagnamento delle aziende nel passaggio verso un modello di economia circolare attraverso lo scouting, la selezione e il matching del cliente con soluzioni innovative di economia circolare (startup e/o tecnologie).

vc

Circular Project Building

Co-Progettazione di nuove iniziative di business o nuovi processi attraverso lo sviluppo di prodotti e/o modelli di business circolari per il cliente. L’obiettivo è quello di supportare le imprese nell’ideazione, sviluppo e implementazione di nuovi business model.

cd

Supply Chain Engagement

Progetto di coinvolgimento attivo della catena del valore dell’azienda che, consapevole che la trasformazione circolare è abilitata dalla filiera produttiva, ingaggia fornitori e clienti nel disegno di una trasformazione congiunta della filiera.

cd

Circularity Plan

Percorso guidato di coinvolgimento del management aziendale e degli stakeholder nell’identificazione di obiettivi di trasformazione circolare misurabili e monitorabili e nella costruzione di un action plan per la loro implementazione.

Le nostre soluzioni di formazione aziendale

Il Circular Economy Lab sviluppa percorsi innovativi di formazione rivolti alle aziende al fine di supportarne il percorso di aggiornamento della cultura aziendale.
L’obiettivo è quello di fornire alle aziende clienti percorsi di formazione in collaborazione con primarie università italiane, servizi di formazione on-demand su piattaforme digitali e percorsi personalizzati in affiancamento.

Le nostre soluzioni di circular connection

Organizzazione di eventi, webinar e momenti di incontro di alto livello dedicati alla promozione della transizione verso modelli di economia circolare in specifici settori con l’obiettivo di creare occasioni di dialogo e networking sull’economia circolare. 

Per approfondire i servizi del CIRCULAR ECONOMY LAB

Il Circular Economy Lab è un iniziativa di Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con

Esempi di economia circolare nelle aziende

Alcuni esempi di progetti circolari e rigenerativi sostenuti dal Circular Economy Desk e dal Circular Economy Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center

Circular Economy Desk per il settore Agrifood

La linea di credito dedicata alla Circular Economy di Intesa Sanpaolo supporta un’azienda operante nella produzione di alcol di alta qualità ad uso alimentare, a base di cereali e di amido industriale, per un progetto volto a aumentare la capacità produttiva dell'impianto per la produzione di farina e alcol. I rifiuti derivanti dai processi produttivi sono utilizzati come materia prima-secondaria per alimenti (amidi dolcificanti), bevande (integratori alimentari), carta (polimeri biodegradabili), chimica verde (amidi, idrolizzatori e proteine per la fermentazione) e nutrizione per animali (mangimi), con obiettivo zero rifiuti.

Circular Economy Desk per il settore Agrifood Circular Economy Desk per il settore Agrifood

Circular Economy Lab per il settore Mobility

In partnership con un’importante azienda produttrice di veicoli commerciali e autobus, il Circular Economy Lab sostiene un'iniziativa di Project Building per il Demand Responsive Transport (DRT), un sistema che integra il trasporto pubblico locale, sostituisce l’utilizzo dei mezzi privati e migliora il servizio di mobilità tramite fermate e rotte flessibili rispetto alle richieste dei cittadini. L’obiettivo finale è un trasporto più efficiente, inclusivo e user friendly. Le fasi del progetto: sviluppo della value proposition del servizio DRT, identificazione e ingaggio a livello italiano di potenziali target (università, aeroporti, aziende, hub industriali, scuole), disegno del progetto pilota e del piano di fattibilità per l’implementazione del servizio.

Circular Economy Lab Demand Responsive Transport (DRT) Circular Economy Lab Demand Responsive Transport (DRT)

Circular Economy Lab per il settore Fashion

Il Circular Economy Lab ha sviluppato un progetto di formazione aziendale e di definizione congiunta di un piano di trasformazione circular di un’azienda italiana leader nella produzione e vendita di calzature e capi d’abbigliamento. Il progetto prevede 3 giornate di workshop con 30 dipendenti e manager interni e fornitori chiave. Durante il programma, della durata di tre mesi, è stata presentata e discussa la strategia europea per la sostenibilità e circolarità del settore tessile e moda (opportunità, rischi e tecnologie abilitanti); team eterogenei, con la metodologia di assess-provoke-conceptualize-invest, hanno progettato alcune soluzioni circular per l'azienda, definendo una una roadmap di sviluppo.

Workshop Circular Economy Lab Fashion Workshop Circular Economy Lab Fashion